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      O pensa tuttora al Bobbia?
      - A me non me ne importa. E poi non è vero niente -.
      Il sor Gostino stava a guardare mentre ella aveva la bambina al petto, grattandosi la barba.
      - Non gliene importa?... Dica un po'!... E quella bambina che lui dice che è figlia sua? -
      Carlotta faceva una spalluccia. Il sor Gostino si metteva a ridere anche lui, e ripigliava la scopa, ciondolando per un pezzo prima di decidersi ad andare; oppure si chinava a fare il discorsetto alla bimba, accarezzandola sul seno della mamma colle manacce sudice. - In coscienza, non somiglia a nessuno di loro due -.
      Crescioni era geloso della bambina, che veniva su bionda e color di rosa. - Se ti vedo ancora dattorno il Bobbia - le diceva - ti fo come la donna tagliata a pezzi! -
      E si faceva brutto che non pareva vero, con quella faccia dabbene di tisico. Non che fosse geloso della Carlotta, - ormai l'aveva sempre là, davanti agli occhi, sciatta, spettinata, colla figlia al petto. Per altro non gliene importava più dell'amore. Era malato, e aveva altro per il capo. Ma tant'è, poiché era stato lui a sposarla! E ci aveva sciupati i denari e la salute. Il principale gli riduceva il salario di un terzo, adesso che non era più in gamba come prima. E se non era in gamba e non aveva denari, lo sapeva di che cosa era capace la Carlotta! Perfino di viziargli la figliuola, a suo tempo. La malattia gli aveva sconvolta la testa, e gli sembrava di veder la ragazza, già grandicella, lasciarsi baciare da questo e da quello, come sua madre.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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