Pagina (470/993)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ufficiali che andavano e venivano, carriaggi che sfilavano verso il fiume. La sveglia suonò due ore dopo mezzanotte; nondimeno distribuivano già il rancio e levavano le tende. Poscia il reggimento si mise in marcia.
      La giornata voleva esser calda. Malerba, il quale era pratico, lo sentiva alle buffate di vento che sollevavano il polverone. Poi era piovuto a goccioloni radi. Appena cessava l'acquata, di tratto in tratto, e lo stormire del granoturco, i grilli si mettevano a cantare forte nei campi, di qua e di là dello stradale. Il Lucchese che marciava dietro a Malerba si divertiva alle sue spalle: - Su le zampe, camerata! Cos'hai che non dici nulla? Pensi forse al testamento? -
      Malerba con una spallata s'assestò lo zaino sulle spalle, e borbottò: - Cammina! - Lascialo stare, - prese a dire Gallorini. - Sta pensando all'innamorata, che se l'ammazzano i Tedeschi ne piglia un altro.
      - Cammina tu pure! - rispose Malerba.
      All'improvviso nella notte passò il trotto di un cavallo, e il tintinnìo di una sciabola, fra le due file del reggimento che marciavano dai due lati della strada.
      - Buon viaggio! - disse poi il Lucchese, che era il buffo della compagnia. - E tanti saluti ai Tedeschi, se li incontra -.
      A destra, in una gran macchia scura, biancheggiava un caseggiato. E il cane di guardia latrava furibondo, correndo lungo la siepe.
      - Quello è cane tedesco, - osservò Gallorini, che voleva dire la barzelletta come il Lucchese. - Non lo senti all'abbaiare? -
      La notte era ancora profonda. A sinistra come sopra un nugolone nero, che doveva essere collina, spuntava una stella lucente.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





Lucchese Malerba Gallorini Tedeschi Malerba Lucchese Tedeschi Gallorini Lucchese