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      - chiese Roberto con un tremito che non poté dissimulare nella voce.
      - Io ho già tutto sacrificato a mia figlia -.
      Poi gli stese la mano, e soggiunse:
      - Sentite com'è calma?
      - Siete certa che sarà sempre così calma? -
      Ella rispose:
      - Sempre! -
      E sentì freddo sulla nuca, alla radice dei capelli.
      Si alzò vacillante, e si strinse il capo di lui sul petto.
      - Ascoltate, Roberto, ora è vostra madre che vi abbraccia! Anna è morta. Pensate a mia figlia! Amatela per me e per lei. Ella è pura e bella come un angelo. La felicità la farà rifiorire. Voi l'amerete come non avete mai amato... Dimenticherete ogni cosa... siate tranquillo!... -
      Roberto era pallido.
     
      Il matrimonio della contessina Bice fu annunciato ufficialmente pochi giorni dopo che ella entrò in convalescenza. Amici e parenti venivano a congratularsi dei due fortunati avvenimenti in una volta. Il marchese Danei era un partito convenientissimo; e se un qualche indiscreto arrischiò delle osservazioni sulla disparità degli anni, o altro, fu messo subito a tacere dal coro unanime delle signore che si sollevava scandalizzato. La fanciulla risanava davvero, raggiante di una vita nuova, colla cecità, colla credulità, coll'oblio, coll'egoismo della felicità che espandeva nel seno della madre, la quale sorrideva. Il dottore si fregava le mani, borbottando:
      - Io non ci ho alcun merito. Io faccio come Pilato. Questa benedetta gioventù se ne ride della scienza. Io non ci ho altro da prescrivere qui: Recipe. - L'inverno a San Remo o a Napoli. L'estate a Pegli o a Livorno.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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