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      .. Io stesso non avrei preso su di me questa responsabilità se non fosse stata... la gravità del caso...
      - Molto grave? - balbettò Roberto.
      Il dottore scosse il capo.
      - Le hanno portato oggi il viatico -.
      Per tutte le stanze infatti vagava un odore di incenso. - Odore di morte - diceva il medico, vinto nella camera della moribonda da un odore più forte di etere, acuto, penetrante, che sembrava andare al cuore. Il letto bianco impallidiva in fondo alla vasta alcova oscura spalancata.
      Roberto si arrestò su quella soglia, sconvolto, e fece un passo indietro.
      - Non vuol vederla? - chiese la vecchia cameriera.
      - No... Non so... Bisognerebbe avvertirla... -
      La cameriera si accostò al letto, e si chinò sulla moribonda. Poi le fece un segno con la mano. Anna era immobile, con gli occhi spalancati, delle ombre livide sulle guance e alle tempie.
      Ai piedi del letto stava una suora vestita di color bruno. La cameriera ritta dall'altro lato, piangendo.
      - Bice... - balbettava Roberto - Bice... -
      E non poteva aggiunger altro, soffocato. Ella non rispondeva, non fiatava nemmeno, sempre con gli occhi aperti, fissi, immobili. Roberto si volse al dottore, con un'interrogazione d'angoscia repressa negli occhi.
      Questi scosse il capo.
      Roberto lentamente cadde sui ginocchi, quasi gli fossero mancate le gambe. Tutt'a un tratto la pendola sonò la mezza; egli tornò a rizzarsi in piedi con un sussulto.
      La suora si era alzata, e la cameriera si accostava al letto, col fazzoletto agli occhi. Ma la moribonda non si era mossa.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
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