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      - Che gamba, neh! - borbottò Carlino. - Se va di questo passo a trovar l'innamorato, felice lui!-
      La ragazza, vedendo che le si attaccavano alle gonnelle, si fermò su due piedi, col paniere in mano, e si mise a strillare:
      - Lasciatemi andare per la mia strada, e badate ai fatti vostri.
      - Eh! che non ce la vogliamo mangiare! - rispose il Pigna. - Che diavolo! -
      Ella riprese per la sua via, a testa bassa, da contadina cocciuta che era.
      Carlo, a fine di rompere il ghiaccio, domandò:
      - O dove va, bella ragazza... come si chiama lei?
      - Mi chiamo come mi chiamo, e vado dove vado -.
      Ambrogio volle intromettersi lui: - Non abbia paura, che non vogliamo farle male. Siamo buoni figliuoli, andiamo al tramvai pei fatti nostri -.
      Come egli aveva la faccia d'uomo dabbene la giovane si lasciò persuadere, anche perché annottava, e andava a rischio di perdere la corsa. Ambrogio voleva sapere se quella era la strada giusta pel tramvai.
      - M'hanno detto di sì - rispose lei. - Però io non son pratica di queste parti -. E narrò che veniva in città per cercare di allogarsi. Il Pigna, allegro di sua natura, fingeva di credere che cercasse di allogarsi a balia, e se non sapeva dove andare, un posto buono glielo trovava lui la stessa sera, caldo caldo. E come aveva le mani lunghe, ella gli appuntò una gomitata che gli sfondò mezzo le costole.
      - Cristo! - borbottò. - Cristo, che pugno! E gli altri sghignazzavano.
      - Io non ho paura di voi né di nessuno! - rispose lei. - Né di me? - E neppure di me? - E di tutti e tre insieme?


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
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