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      Poi, il giorno dopo, giurava colle mani in croce che non l'avrebbe fatto pił. E la poverina ci tornava sempre, appena lo vedeva da lontano, coi capelli rossi in mezzo alle stoppie gialle; si accostava quatta quatta, e gli si metteva alle calcagna come un cane. Quand'essa arrivava piagnucolando ancora per le busse che s'era buscate all'osteria, Nanni per consolarla le diceva:
      - E tu perché non scappi, e te ne vai a casa tua? -
      Egli raccontava che aveva la sua casa anche lui, laggił al paese, e i parenti e ogni cosa: di lą da quelle montagne turchine; ci voleva una giornata buona di cammino, e un giorno o l'altro ci sarebbe andato.
      - Pianta i tuoi padroni e l'osteria, e te ne scappi a casa tua -.
      La ragazzetta ascoltava a bocca aperta, colle gambe penzoloni sul greto asciutto, guardando attonita lą dove Nanni le faceva vedere tante belle cose, oltre i monti turchini. Infine si grattava il capo, e rispondeva:
      - Non so. Io non ci ho nessuno -.
      Egli intanto si divertiva a tirar sassi sull'acqua; o cercava di far scivolare Grazia gił dalla sponda, facendole il solletico. Poi si metteva a correre, ed egli la inseguiva a zollate. Andavano pure a scovare i grilli dalle tane, con uno sterpolino; o a caccia di lucertole. Nanni sapeva coglierle con un nodo scorsoio fatto in cima a un filo di giunco sottile; dentro al cerchietto che formava il nodo spuntava una bella campanella lucente, e le povere bestioline, assetate in quell'arsura, si lasciavano adescare.
     
      In mezzo alla gran pianura riarsa il fiume s'insaccava come un burrone enorme, fra le rive slabbrate.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
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