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      - No e sì - sì e no. - Le parole cascavano di bocca, e il pane e il companatico pure. Toccarono appena del babbo e del fratello che erano lontani, uno di qua e l'altro di là, e tacquero subito perché poco avevano da dire, dopo tanto che non si erano visti. Benedetta anzi non aveva neppure conosciuto il babbo, come fosse figlia del peccato.
      - Questa povera orfanella, - disse forte donna Stefana, - non ha avuto nessuno al mondo, né amici né parenti. Dillo tu stessa, figliuola mia. Se non ero io, come ti trovavi? -
      Benedetta disse di sì, con un'occhiata riconoscente. Poi guardò il fratello, e chinò gli occhi. Infine gli chiese se contava di fermarsi molto, in paese, dandogli del voi, sempre cogli occhi bassi. Donna Stefana invece gli ficcava addosso i suoi, quasi volesse frugarlo sotto i panni, con certe occhiate sospettose che covavano le posate. Appena fuori dell'uscio si sentì dar tanto di catenaccio dietro le spalle.
      - Queste son cose che succedono, - disse poi don Tinu, quando seppe com'era andata la visita alla sorella. - Il mondo è grande, e ciascuno pei fatti suoi -.
     
      Andavano pel mondo, di qua e di là, per fiere e per villaggi, sempre colla roba in collo, sicché infine una volta capitarono a Primosole, dopo tanto tempo. - Ora ti faccio vedere tuo padre, s'è ancora al mondo, - disse don Tinu. Nanni non voleva, fra la vergogna e la paura; ma il merciaio soggiunse:
      - Lascia fare a me, che le cose le so fare -.
      E andò avanti a prevenire compare Cosimo ch'era sempre lì, alla chiatta, su di un piede come le gru.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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