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      La ragazza era dietro l'uscio della cucina ad ascoltare. Quando poi sua madre la chiamò, comparve tutta rossa, lisciata di fresco, colla calzetta in mano, e il mento inchiodato al petto.
      - Raffaela, qui c'è massaro Nanni che ti vuole per sposa, - disse la madre.
      La giovane rimase a capo chino, seguitando a infilare i punti della calza, col seno che le si gonfiava. Massaro Nanni aggiunse:
      - Ora si aspetta che diciate anche voi la vostra -.
      La mamma allora venne in aiuto della sua creatura.
      - Io, per me, sono contenta -.
      E Raffaela levò gli occhi dolci di pecora, e rispose:
      - Se siete contenta voi, mamma... -
      Le nozze si fecero senza tanto chiasso, perché compare Nanni Volpe non aveva fumi pel capo, e sapeva che a fare un tarì ci vogliono venti grani. Pure non si dimenticarono i parenti più stretti ed i vicini; ci furono dolci del Monastero, e vino bianco. Fra gli invitati c'erano anche quelli che sarebbero stati gli eredi di Nanni Volpe, poveri diavoli che s'empivano di roba, e si sarebbero mangiata cogli occhi anche la sposa. Questa, impalata nel vestito di lana e seta, cogli ori al collo, badava già ai suoi interessi, l'occhio al trattamento, il sorrisetto della festa e una buona parola per tutti, amici e nemici. Nanni Volpe, tutto contento, si fregava le mani, e diceva fra sé e sé:
      - Se non riesce bene una moglie come questa vuol dire che non c'è più né santi né paradiso! -
      E Carmine, suo cugino alla lontana, che lo chiamava zio per amor della roba, ed ora gli toccava anche mostrarsi amabile con lei che gli rubava il fatto suo, diceva alla zia, ogni manciata di confetti che abbrancava:


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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