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      Misteri della Grazia! come diceva il predicatore. Tutta la notte, in fondo alla piazzetta, si vedeva la finestra della chiesa illuminata che vegliava sul villaggio, e di tratto in tratto udivasi martellare la campana, alla quale rispondeva da lontano una schioppettata, poi un'altra, poi un'altra - una fucilata che non finiva pių, pazza di terrore, e si propagava per le fattorie, pei casolari, per le ville, per tutta la campagna circostante, dove i cani uggiolavano, sino all'alba.
      La domenica mattina, spuntava appena l'alba, si vide una cosa nuova nel Prato della Fiera, appena fuori del villaggio. Era come una casa di legno, su quattro ruote, con certe figuracce brutte dipinte sopra, e lė vicino un vecchio carponi, che andava cogliendo erbe selvatiche. I cani avevano dato l'allarme tutta la notte, e quello del maniscalco, che stava da quelle parti, non s'era dato pace, quasi avesse il giudizio!
      - Eccolo lė, povera bestia! gli manca solo la parola! -
      Il maniscalco raccontava a tutti la stessa cosa, via via che andavasi facendo gente dinanzi alla bottega. La gente guardava il cane, guardava la baracca, e scrollava il capo.
      Dirimpetto, sugli scalini della croce in campo alla strada, c'erano altri in crocchio che guardavano, e parlavano sottovoce fra di loro, col viso scuro. Dal muro del cimitero spuntava lo schioppo di Scaricalasino, malarnese, che accennava a tre o quattro altri suoi compagni della stessa risma, lontan lontano, verso la Broma, e poi verso Catenanuova, con gran gesti neri al sole.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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