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      .. senza pensare ad altri. E mi si abbandonava tutta, con quella manina tremante di cui parevami di sentire le carezze e la febbre attraverso il guanto di Svezia; e intrecciava le sue dita alle mie, e si attaccava a me, voleva legarsi a me, per sempre - l'una dell'altro - col cuore gonfio ambedue di amore eterno, di costanza e di fedeltà - io a dispetto dei miei venticinque anni - ella col marito sulle spalle... ed Alvise, e tutti gli spergiuri latenti in una bella donna che ride volentieri, e ama sentirsi dire che il suo sorriso fa perdere la testa al prossimo... Allora balbettai:
      - Anche voi!... anche tu... giurami!... -
      Ella non rispose, colle mani nelle mie, gli occhi negli occhi, e una fiamma rapida le salì al viso: - Che posso farci? che posso farci? - voleva dirmi, povera donna. Ma a un tratto mi lesse in viso il nome di un altro, l'immagine odiosa del mio amico Alvise che tornava a mettersi fra di noi. - Oh! - mormorò, scolorandosi rapidamente. - Oh, d'Arce! -
      Chinò il capo, passandosi le mani sul volto, e non disse altro. Aveva una peluria bionda che moriva dolcemente sulla bianchezza immacolata della nuca. Le dolci parole, il delirio, la frenesia che mi si gonfiarono in cuore allora per chiederle perdono! Come avrei voluto buttarmi a' suoi piedi e abbracciare i suoi ginocchi, i ginocchi che si accennavano vagamente fra le molli pieghe del vestito bigio!... Essa continuava a scuotere il capo, con un sorriso dolce e malinconico, e riprese:
      - Quanti orrori vi avranno narrato sul conto mio.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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