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      Ma don Candeloro aveva il miele sulle labbra, e sapeva trovare delle ragioni alle quali non si poteva resistere. Le diceva di fare nascostamente il suo fagotto... con giudizio, s'intende... - C'era anche la sua parte nei denari del padre, - e venirsene dove la chiamavano i cieli. - Non hai giurato per gli Dei di essere mia donna e legittima sposa? -
      Il vecchio però era un furbo matricolato, il quale cantava sempre miseria, e nascondeva i suoi bezzi chissà dove. Grazia non portò altro che quattro cenci in un fazzoletto, e quelle poche lire spicciole che aveva potuto arraffare al banco. - Come? - balbettò don Candeloro che si sentiva gelare il sangue nelle vene. - In tanto tempo che ci stai, non hai saputo far di meglio?... -
      Questo era indizio che non sarebbe stata buona a nulla, neppure per lui; e le questioni cominciarono dal primo giorno. Basta, era un gentiluomo, e la promessa di Candeloro Bracone era parola di Re. Il bello poi fu che lo stesso giorno in cui andarono all'altare, lui e la sposa, il suocero volle fargli la burletta di andarci lui pure, insieme a una bella donnona colla quale aveva combinato il pateracchio lì per lì. - Senza donne non possiamo stare né io né il mio negozio, cari miei, - gli piaceva ripetere, con quel sorrisetto che mostrava le gengive più dure dei denti, e faceva venire la mosca al naso. - State allegri e che il Signore vi prosperi e vi dia molti figliuoli. Alla mia morte poi avrete quel che vi tocca -.
      I figliuoli vennero infatti a tutti e due, genero e suocero, uno dopo l'altro.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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