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      - Gli stessi burattini recitavano svogliatamente, vestiti come Dio vuole. - Ci si perdeva l'amore dell'arte e d'ogni cosa, parola di gentiluomo! - Dov'erano andati i bei tempi in cui si facevano due rappresentazioni al giorno, la domenica e le feste, e la gente assediava la porta, quend'era annunziato sul cartellone un “personaggio” nuovo? Don Candeloro, colla barba di otto giorni e la zazzera arruffata, passava le giornate intere nella bettola del suocero, a dir corna dei suoi colleghi, o a litigare colla moglie, ora che in casa pareva l'inferno. Grazia, adesso che aveva visto cosa c'era dietro le belle scene impiastricciate, stava con tanto di muso a rammendar cenci anche lei, a stemperar colori, e rompersi braccia e schiena, vociando come un pappagallo per le Artemisie e le Rosalinde, dall'avemaria a due ore di notte; che specie quando il Signore le mandava dei figliuoli (e succedeva una volta all'anno) era proprio un gastigo di Dio.
      - Tu non sai far altro, per Maometto! - le rinfacciava il marito furibondo.
      L'oste dava soltanto buoni consigli: - Non vedete che gli avventori corrono al vino nuovo? Cambiate il vino -. Ma don Candeloro non si piegava. Piuttosto avrebbe tolto su baracca e burattini, e sarebbe andato pel mondo a far conoscere chi era Candeloro Bracone, giacché i suoi concittadini non sapevano apprezzarlo. La piazza “non faceva più” per lui! Se c'era ancora un po' di buon senso e di buon gusto dovevasi andare a cercarlo in provincia, dove non erano ancora penetrate quelle sudicerie.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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