Pagina (828/993)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Don Candeloro però non dimenticò neppure allora né chi era né quel che aveva a fare.
      - Zitti tutti! - gridò colla voce solenne delle grandi rappresentazioni. - Adesso apparteniamo al pubblico, che comincia a venire in teatro. Tu, Grazia, va alla porta, se no entrano di scappellotto. Aggiusteremo i conti dopo, in famiglia -.
      Figuriamoci la povera madre che doveva sorridere alla gente incassando i due soldi del biglietto, con quel pensiero e quello spavento addosso!... Le prime scene poi, mentre aiutava il marito che aveva le mani legate dai burattini, e non poteva andare a prendere pel collo i due infami che non comparivano a tempo coi loro personaggi!...
      - Che diavolo fanno? Adesso è l'entrata di Alcida. Com'è vero Dio, mi rovinano la meglio scena!... -
     
      Il pubblico, che non sapeva niente di tutto ciò, aspettava l'entrata della Fata Alcida, la quale doveva sedurre il Meschino per bocca della Violante; e lo stesso Meschino era rimasto colle braccia in aria, dondolandosi sulla punta dei piedi, e guardando la gente coi suoi occhi di vetro, come a chiedere: - Che succede adesso? -
      Succedeva che dietro le quinte c'era una casa del diavolo. Si udiva correre e bestemmiare, e a un certo punto la stessa scena, che figurava una bellissima loggia tutta istoriata a colonne gialle e turchine, ondeggiò come sorpresa dal terremoto. Guerino alzò ancora le braccia al cielo, tirato in su sgarbatamente, e uscì di furia, col manto rosso che gli si gonfiava dietro.
      - Tradimento! Infami saracini! Voglio berne il sangue!


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





Candeloro Grazia Alcida Dio Fata Alcida Meschino Violante Meschino