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      - Proprio così! - stava dicendo il giornalista che aveva fretta di andarsene a cena. - Stasera non ce n'è più per noialtri. Siamo in troppi, amici miei! Vi pare?... Dopo aver dato il cuore a duemila persone... e in musica per giunta!... -
      E Barbetti stonacchiò sotto il naso del Re di cuori:
      - Morir d'amor per te!... per teee!... -
      Il principe sorrise lievemente, stendendosi sul divano. Macerata, mentre la diva rientrava nel camerino, ribatté con molto spirito:
      - Va bene. Vuol dire che noi rappresentiamo l'entusiasmo pubblico... la deputazione dei dimostranti venuta a prendere l'accolade!... E la vogliamo, per bacco! -
      Così dicendo fece mostra di aprirle le braccia confidenzialmente. Ella vi mise soltanto la pelliccia, sedendo accanto al principe, il quale le baciò la mano.
      - Un successone!... un vero trionfo! - ripeteva intanto il coro.
      Ma essa non dava retta. Sembrava assorta, un po' stordita dall'applauso, e interrogava solo Barbetti con uno sguardo insistente.
      Questi chinò il capo affermando, senza dire una parola.
      - Ci penserete voi al telegrafo? - diss'ella un momento dopo.
      Barbetti esitò.
      - Va bene, ci penserò io... c'è tempo... -
      Una dozzina di persone pigiavansi nel camerino. E delle altre teste si ammonticchiavano all'uscio, degli altri visitatori sopraggiungevano: il direttore d'orchestra che veniva a congratularsi “del legittimo successo”, un compositore famoso per cercare dei complimenti da per tutto, col pretesto di farne agli altri:
      - Ah, signora Celeste, non ci siete che voi!


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
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