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      Oggi, pei balli grandi, bastano le seconde parti, gambe e macchinario. Piacciono anche questi? Ebbene, batteva le mani lui pure, senza secondi fini.
      Ma la Leda, che non aveva più un cane che le battesse le mani, era diventata gelosa come un accidente, e gli amareggiava la vita, povero galantuomo. Lagrime, rimproveri, scene di famiglia continuamente. Alle volte, magari, lui doveva buttar via il tovagliolo a mezza tavola, per non buttarle il piatto in faccia. Tanto, quella poca grazia di Dio gli andava tutta in veleno.
      Si rappattumavano dopo, è vero; perché quando si è fatto per un uomo quello che aveva fatto lei!... - E quando si è un gentiluomo come era lui!... Ma però artisti l'uno e l'altra, dopo la commedia delle paci e delle tenerezze si tenevano d'occhio a vicenda, e la signora Leda, a buon conto, aveva messo un tramagnino alle calcagna di Bibì, per scoprire il dietro scena nel repertorio delle sue tenerezze. Talché gli amici al vederlo sempre con la guardia del corpo, gli affibbiarono il titolo di Re di picche.
      Infine tanto tuonò che piovve, la sera stessa della beneficiata di Leda, che non c'erano duecento persone al Carcano. Ella cercò di sfogarsi con Bibì “il quale faceva il risotto” alla Noemi, invece! lui e i suoi amici! bestie e animali tutti quanti, che non sapevano neppure dove stesse di casa il vero merito! e si lasciavano prendere all'amo dalle grazie di quella diva, la quale rideva di loro, poi - sicuro! - di lui pel primo! - Gonzo!
      - Via, fammi il piacere! - interruppe Bibì accendendo un mozzicone di sigaro dinanzi allo specchio.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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