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      Fra Giuseppe Maria protestò invece che se ne lavava le mani. - Sì e no. - Una baraonda. In quella si udì scampanellare in furia alla portineria. - Un momento! - strillò fra Giobattista come un indemoniato, colle mani in aria. - Un momento! Eccoli qua! -
      Che cosa? Lo sapeva lui solo, che uscì correndo, colla tonaca al vento. Era proprio quell'altro, Scaricalasino, ansante e trafelato, che veniva a pigliar chiesa, quasi ci avesse già gli sbirri alle calcagna; poi Malannata, gongolante, e altri ancora, che confermavano la mal nuova. Vito Scardo li piantò tutti in asso, e capitò di nuovo come una bomba in mezzo ai reverendi che si accapigliavano già.
      - Signori miei, non fate sciocchezze. Siamo belli e fritti! Tolgono le bandiere. Andate a vedere -.
      Era proprio vero, la notizia che i regi s'erano impadroniti della città fin dal giorno innanzi si era sparsa come un fulmine. Il paesetto era allibito. E ogni frate, dal canto suo, per togliersi di impiccio, e assicurarsi il quieto vivere, dava il voto a chi gridava di più:
      - Fra Giobattista - Fra Giobattista -. Vito Scardo che assisteva allo scrutinio con tanto d'orecchi aperti, a un certo punto cadde ginocchioni, colle mani in croce. Piegò il capo a recitare in fretta due parole di orazione, e poi disse:
      - Sia fatta la volontà di Dio -.
      E fece anche la sua, sbalestrando padre Giuseppe Maria a Sortino - glielo aveva detto il cuore al poveraccio! - fra Mansueto e altri turbolenti di qua e di là. S'intese pure col Giudice, ora che il buon ordine era tornato in paese, e le autorità si dovevano aiutare a vicenda per rimettere sotto chiave i malviventi sul fare di Scaricalasino, e vivere poi quieti e contenti com'era prima della rivoluzione, ciascuno al suo posto.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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