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      - Hai preso gli ori? - le chiese pure.
      Essa non aveva preso gli ori, perch'era tutta sottosopra. - Hai fatto una sciocchezza, - conchiuse Bruno. - Tuo padre te li metterà sul conto della dote -.
      Mastro Nunzio il mattino trovando l'uscio aperto si mise a gridare al ladro. Papà Alessi, che passava di là a caso, in quel punto, lo tirò dentro pel braccio e gli disse:
      - Non fare strepiti. Non facciamo ridere la gente. Vostra figlia è in casa di mia cugina Menica, rispettata e onorata come una regina -.
      Il povero Marzà s'era messo a sedere colle gambe rotte. Ma tosto si rimise. Compare Alessi gli offrì una presa, accostò una scranna lui pure, e infine intavolò il discorso.
      - Bene. Ora che facciamo?
      - Dite voi, - rispose Marzà asciutto asciutto. - Io lo so cosa devo fare.
      - È una disgrazia, non dico di no. Gli altri rompono e tocca pagare a noi.
      - Chi rompe paga, e chi ne ha ne spende -.
      Compare Alessi era uomo navigato anche lui, e capì il latino.
      - A me non importa infine, - conchiuse mettendosi colle spalle al muro.
      - E a me neppure.
      - Scusate, scusate. Si tratta di vostra figlia. È il sangue vostro.
      - E voi, quando vi esce il sangue dal naso, che state a cercare dov'è andato a cadere? -
      Toccò a mastro Alessi stavolta di rimanere con tanto di naso e la bocca aperta.
      - Allora dite voi. Come si fa?
      - Si fa così, che la Nunziata è minorenne, e vostro figlio andrà in carcere.
      - Ah! ah!... Va bene allora! Quand'è così vi saluto tanto! -
      Papà Alessi si alzò lentamente, e fece anche finta d'andarsene, come quando si capisce bene che il negozio non si combina.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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