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      Egli non le aveva scritto che due o tre lettere, nei casi più urgenti, quando si era trovato proprio coll'acqua alla gola o colla rivoltella sotto il mento. Il male fu che una di quelle lettere, la più breve e grave, l'ultima, cadde in mano del marito, mentre stavano per recarsi a una gran festa, e la carrozza aspettava a piè dello scalone, e la povera donna già pettinata e vestita, pallida come una morta, seduta dinanzi a un gran fuoco, aspettava i gioielli che aveva impegnati per l'amante, e che questi le aveva promesso di restituirle per quella sera a ogni costo. - A ogni costo. - Perciò le chiedeva scusa, scrivendole, se per la prima volta, e l'ultima, mancava alla sua parola. La poveretta ne aveva già il triste presentimento, giacché aveva il cuore stretto da quella immensa angoscia ed era così pallida dinanzi a quel gran fuoco? Aveva visto balenare l'idea del suicidio, ed era stata la pietosa attrattiva che l'avea data a lui, quando lo aveva visto perdere tutto, calmo e impenetrabile, in una terribile partita? - Una terribile partita che faceva disertare il ballo e attirava anche le dame nella sala da giuoco. Egli, incontrando gli occhi di lei, tristi e pietosi, le aveva detto allora con un pallido sorriso: - Perché viene a vedere queste brutte cose, duchessa? - E lei... - Perché?... Perché fa questo, Maurizio? - balbettò essa con un filo di voce. Egli si strinse nelle spalle, chinandosi a baciarle la mano, e non rispose altro, fissandola in viso con gli occhi chiari e fermi, e decisi a tutto.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





Maurizio