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      Con qual altro sbigottimento vi ritornò poi, guardandosi intorno e buttandosi a sedere appena entrata, col viso pallido e una ruga sottile fra le sopracciglia. - Mi son fatta aspettare, non è vero? - No... non importa ormai... Sei qui!... - Ah, son mezzo morta... Sapeste!... Mio marito!... Quel portinaio che mi vede passare! - Insomma tutte quelle cose che non vedeva prima, quando aveva gli occhi abbacinati dal sogno d'oro. - Lasciatemi, Alberto!... Ve ne prego! Vi prego!...
      - Vi lascio. Scusatemi!
      - Che vi piglia adesso? Vedete in che stato sono!... Che faccio per voi!...
      Gli occhi negli occhi, le mani nelle mani, e la bocca rosea che sorrideva stanca e si offriva sotto la veletta. Ah, non era quella la bocca che una volta sfuggiva tremante e si era abbandonata avida al primo bacio! Gli si offriva anche adesso, pietosa menzogna, perché vedeva gli occhi ardenti dell'innamorato cercare in quelli di lei l'amore che non c'era più. Egli non raccolse quel bacio, guardandola fiso: - O povera Maria! - disse tristamente.
      Ella si era fatta rossa, fissandolo anche lei con gli occhi già inquieti. Scorgeva forse il dubbio e l'incredulità atroce negli occhi di lui? - Povero amore! Povera Maria! - Non le disse altro, e l'accarezzò sui capelli, sorridendo anche lui. Ma era bianco bianco, e il sorriso era amaro. Allora essa avvinse nelle sue carezze quel pallore e quegli occhi, e vi si smarrì un istante ella pure, forse sinceramente, o volle smarrirvisi per compassione di lui. O povero amore, che hai bisogno di batterti i fianchi colle ali!


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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