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      Io non ho assistito a quella scena, ma essa mi è rimasta stampata dinanzi agli occhi più nettamente del casolare che ho visto distruggere dalle lave. E quando mi avviene di sentire di qualche altra catastrofe, penso a quei poveretti che si sono voltati a guardare da lontano la vigna inondata e la casuccia distrutta, ed hanno detto; - Io non ho più cosa metterci nelle botti quest'anno, né nel granaio. Io non ho più nulla, - come quel tale che aveva baciato per l'ultima volta il cancello della sua vigna, e se n'era andato tirandosi dietro l'asinello.
     
     
      CASAMICCIOLA
     
      Quando giunse la notizia del disastro che aveva colpito Ischia mi parve di rivedere l'isoletta, quale mi era sfilata dinanzi agli occhi attraverso gli alberi del battello a vapore, in una bella sera d'autunno.
      La mensa era ancora apparecchiata sul ponte, e gli ultimi raggi del sole indoravano il marsala nei bicchieri. Dei viaggiatori alcuni s'erano già levati, e passeggiavano su e giù. Altri, coi gomiti sulla tovaglia, guardavano l'immensa distesa di mare che imbruniva sotto i caldi colori del tramonto su cui Ischia stampavasi verde e molle, e dove la riva s'insenava come una coppa. Casamicciola, bianca, sembrava posare su di un cuscino di verdura.
      A tavola due che tornavano dal Giappone discorrevano di seme di bachi. Una coppia misteriosa era andata a rannicchiarsi a ridosso del tubo del vapore. Un giovane che non aveva mangiato quasi, e stava seduto in un canto, pallido, col bavero del paletò rialzato, guardava l'isoletta con occhi pensierosi e lenti, in fondo alle occhiaie incavate.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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