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      Compare Menico lo guardò stupefatto, grattandosi la testa. Quindi balbettò:
      - E dove se n'è andata?
      - Io non lo so, compare Menico. Credevo che lo sapeste.
      - Nossignore, io non sapevo niente, - rispose il poveraccio ripigliando la bisaccia. - Non sapevo che mi aspettava a casa questo bel regalo, la festa di Natale -.
      Tutto il vicinato si scompisciava dalle risa, vedendo compare Menico che s'era fatta dare una scala per entrare dal tetto in casa sua, peggio di un ladro. Egli stette rintanato in casa, festa e vigilia, senza aver animo di mettere il naso fuori.
      - Questa ch'è la maniera di fare, servo di Dio? - gli diceva comare Senzia la vedova. - La grazia di Dio che lasciate andare a male, tali giornate! e il crepacuore che covate per dar gusto ai vostri nemici! -
      Egli non sapeva che dire, in verità; ora il compassionarlo che faceva la zia Senzia lo inteneriva, in mezzo a tutto quel ben di Dio che c'era in casa.
      - Che gli mancava, gnà Senzia, ditelo voi? che gli mancava a quella buona donna per farmi questo tradimento?
      - Noialtre donne, compare Menico, ci meritiamo il castigo di Dio, - rispondeva comare Senzia.
      Quella era veramente una buona donna, che aveva cura del poveraccio, abbandonato al pari di un orfano, e gli teneva la chiave della casa allorché compare Menico se ne fu tornato in campagna come se le feste per lui non ci fossero mai state.
      Lì, nel maggese, gli giungevano altre notizie della moglie; - L'abbiamo vista alla fiera di Mililli. - Vito Scanna se l'è portata a incartar limoni nei giardini di Francofonte -. Tutti gli facevano la predica: - La moglie giovane non va lasciata sola, compare Menico!


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
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