Pagina (18/309)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      — Questo è don Giammaria, disse il figlio della Locca, che litiga collo speziale.
      Lo speziale teneva conversazione sull'uscio della bottega, al fresco, col vicario e qualchedun altro. Come sapeva di lettere leggeva la gazzetta, e la faceva leggere agli altri, e ci aveva anche la Storia della Rivoluzione francese, che se la teneva là, a portata di mano, sotto il mortaio di cristallo, perciò quistionavano tutto il giorno con don Giammaria, il vicario, per passare il tempo, e ci pigliavano delle malattie dalla bile; ma non avrebbero potuto stare un giorno senza vedersi. Il sabato poi, quando arrivava il giornale, don Franco spingevasi sino ad accendere mezz'ora, ed anche un'ora di candela, a rischio di farsi sgridare dalla moglie, onde spiattellare le sue idee, e non andare a letto a mo' dei bruti, come compare Cipolla, o compare Malavoglia. L'estate poi non c'era neppur bisogno della candela, giacché si poteva star sull'uscio, sotto il lampione, quando mastro Cirino l'accendeva, e qualche volta veniva don Michele, il brigadiere delle guardie doganali; e anche don Silvestro, il segretario comunale, tornando dalla vigna, si fermava un momento.
      Allora don Franco diceva, fregandosi le mani, che pareva un piccolo Parlamento, e andava a piantarsi dietro il banco, pettinandosi colle dita la barbona, con certo sorriso furbo che pareva si volesse mangiare qualcuno a colezione, e alle volte si lasciava scappare sottovoce delle mezze parole dinanzi alla gente, rizzandosi sulle gambette, e si vedeva che la sapeva più lunga degli altri, tanto che don Giammaria non poteva patirlo e ci si mangiava il fegato, e gli sputava in faccia parole latine.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I Malavoglia
di Giovanni Verga
pagine 309

   





Giammaria Locca Storia Rivoluzione Giammaria Franco Cipolla Malavoglia Cirino Michele Silvestro Franco Parlamento Giammaria