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      — Fra due ore sarà giorno, disse padron 'Ntoni, e potrete andare a chiamare don Giammaria.
      Quei poveretti aspettavano il giorno come il Messia, e andavano ad ogni momento a socchiudere la finestra per veder se spuntasse l'alba. Finalmente la stanzuccia cominciò a farsi bianca, e padron 'Ntoni tornò a dire: — Ora chiamatemi il prete, che voglio confessarmi.
      Don Giammaria venne quando il sole era già alto, e tutte le vicine, come udirono il campanello per la stradicciuola del Nero, accorrevano a vedere il viatico che andava dai Malavoglia, ed entravano tutte, perché dove va il Signore non si può chiudere l'uscio in faccia alla gente, tanto che quei poveretti al vedersi la casa piena non osavano nemmeno piangere e disperarsi, mentre don Giammaria borbottava fra i denti, e mastro Cirino gli metteva il cero sotto il naso al malato, giallo e stecchito come un altro cero anche lui.
      — E' sembra il patriarca san Giuseppe addirittura, su quel letto e con quella barba lunga! beato lui! esclamava la Santuzza, che piantava i boccali e ogni cosa, e andava sempre dove sentiva il Signore — come una cornacchia! — diceva lo speziale.
      Don Ciccio arrivò che c'era ancora il vicario coll'olio santo, tanto che voleva voltare la briglia dell'asinello e tornarsene indietro. — Chi vi ha detto che c'era bisogno del prete? Chi è andato a chiamare il viatico? Quello dobbiamo dirvelo noi altri medici, quando è l'ora; e mi meraviglio del vicario che è venuto senza la polizza del viatico. Ora volete saperlo? non c'è bisogno del viatico.


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I Malavoglia
di Giovanni Verga
pagine 309

   





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