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      — Voi che siete tanto ricco, potreste dargli del pane a quel poveraccio di padron 'Ntoni, — soggiungeva Piedipapera. — A voi non vi farebbe nulla di prenderlo a giornata, con suo nipote Alessi; sapete che ne sa più di ogni altro del mestiere, e si contenterebbe di poco, ché son proprio senza pane. Fareste un affar d'oro, sentite a me, padron Fortunato.
      Padron Fortunato, preso così in quel momento, non seppe dir di no; ma dopo che ebbero tirato e stiracchiato un po' sul prezzo; giacché i tempi erano magri, gli uomini non avevano da lavorare, padron Cipolla faceva proprio un atto di carità a prendersi padron 'Ntoni.
      — Sì, lo prendo se viene a dirmelo lui! Lo credereste che mi porta il broncio dacché mandai in aria quel matrimonio di mio figlio colla Mena. Eh! bell'affare che ci avrei fatto! Ed hanno il coraggio di portarmi il broncio per giunta!
      Don Silvestro, massaro Filippo, ed anche Piedipapera, tutti, s'affrettavano a dire che padron Fortunato aveva ragione. Brasi non gli lasciava più pace, dopo che gli avevano fatto venire il pensiero di maritarlo, e correva dietro a tutte le donne come un gatto in gennaio, ch'era una sollecitudine continua pel povero padre. Ora era entrata in ballo anche la Mangiacarrubbe, la quale s'era messo in testa di pigliarselo lei, Brasi Cipolla, giacché era di chi se lo pigliava; lei almeno era una bella ragazza con tanto di spalle, e non vecchia e spelata come la Vespa. Ma la Vespa aveva la sua chiusa, e la Mangiacarrubbe non ci aveva altro che le sue trecce nere, dicevano gli altri.


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I Malavoglia
di Giovanni Verga
pagine 309

   





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