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      — Quando si è ridotti allo stato in cui siamo, diceva Lia che parlava come una donna fatta, bisogna aiutarsi da sé, e che ognuno pensi ai suoi interessi.
      Don Michele di tanto in tanto si fermava a salutarle o a dir qualche barzelletta; tanto che le donne si erano addomesticate col berretto gallonato, e non ne avevano più paura: anzi la Lia s'era lasciata andare a dire anche lei le barzellette, e ci rideva sopra; né la Mena osava sgridarla, o andarsene in cucina e lasciarla sola, ora che non aveva più la madre; e restava lì anche lei accasciata su di sé stessa, guardando di qua e di là della strada con gli occhi stanchi. Oramai come si vedeva che i vicini li avevano abbandonati, le si gonfiava il cuore di riconoscenza ogni volta che don Michele con tutto il suo berretto gallonato non sdegnava di fermarsi sulla porta dei Malavoglia a far quattro chiacchiere. E se don Michele trovava la Lia sola, la guardava negli occhi, tirandosi i mustacchi, col berretto gallonato messo alla sgherra, e le diceva: — Che bella ragazza che siete, comare Malavoglia.
      Nessuno le aveva detto questo; perciò ella si faceva rossa come un pomodoro.
      — Come va che non vi siete maritata ancora? le diceva anche don Michele.
      Ella si stringeva nelle spalle, e rispondeva che non lo sapeva.
      — Voi dovreste avere la veste di lana e seta, e gli orecchini lunghi; ché allora, in parola d'onore, gli fareste tenere il candeliere a molte signore della città.
      — La veste di lana e seta non fa per me, don Michele! rispondeva Lia.


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I Malavoglia
di Giovanni Verga
pagine 309

   





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