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      Ma qui non se ne avvede chi fa di queste interrogazioni d'essere inofficioso, e conviene, come dissi, obliviscere populum tuum et domum patris tui, e livellarsi alla meglio senza a prendere a male delle sgarbatezze che vengono fatte non per offesa, ma per mancanza di riflessione. Il punto sta che bisogna guardarsi bene di non seccare il ministro, perché facilmente gli si diventa antipatico, e altronde io vorrei uscire dalla incertezza, ed avere la decisione se potrò o non potrò andare al quartier generale. La stagione è già avanzata, e non vorrei che accadesse un fatto d'armi frattanto ch'io sono in Vienna. L'ordine generale di Sua Maestà è che non si ammettono volontarii al quartier generale, ma quest'ordine è emanato perché nelle campagne passate era troppo grande il numero dei Moscoviti, Polacchi ed altri d'ogni nazione, i quali, non essendo al servizio, facevano da volontarii appresso il maresciallo Daun, che si trovò imbarazzato pei foraggi e viveri di questa inutile moltitudine. Io sono al servizio, e su questo spero una eccezione in favor mio. Non costerà al ministro che una lettera, avuta la quale, parto. Frattanto io mi lascerò regolarmente vedere tutte le sere dal ministro a ciò che si sovvenga di me senza che io l'importuni.
      Ho preso un cameriere e un servitore e mi trovo meglio col lasciare il bisbetico Giuseppe a custodire la casa. Subito che avrò da darvi mie nuove le avrete. Vi abbraccio.
     
     
     
      Vienna, 23 giugno, 1759.
     
      Voi sarete maravigliati, come lo sono io stesso, dal ricevere anche sotto questa data mie nuove da Vienna.


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Diario Militare
di Pietro Verri
pagine 82

   





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