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      Ordinariamente avviene che gl'Italiani generosi restano enormemente gabbati da questi Austriaci. Noi siamo in concetto di furberia; questa opinione ingiuriosa, l'italiano ben nato cerca di superarla con una decisa ingenuità e buona fede. Il costume rozzo e pesante di questa gente non ci rende cauti, non si teme l'insidia, e allora siamo enormemente traditi e nelle compre e ne' contratti, nel giuoco, nel commercio colle figlie. Vi è tutto da temere, e non si falla mai se si esibisce la decima parte di quello che viene domandato, e se si sta cauti al giuoco, il quale non è indifferente, perché le signore della prima sfera non dimenticano nel giuoco tutti i vantaggi ai quali un'italiana non oserebbe né meno pensare. Il lusso è enorme, i mezzi sono scarsi, a tutto si mette mano per sostenere la pompa e la vanità.
      Le dame qui non sono tanto riverite come da noi. Se siete al teatro od altro luogo pubblico nessun uomo abbandona il suo posto per cederlo ad una principessa che venga dopo; se si vede scendere o salir le scale una dama, non si usa di servirla in modo alcuno, ciascuno pensa a sé. Le donne in generale sono più franche e ardite che in Italia, la loro educazione le rende disposte a correre la città sole a far le compre per le botteghe, ed assai cosa rara è il veder sul viso d'una donna quell'imbarazzo, quel rossore, quel fiore di sentimento che dà il maggior vezzo al sesso amabile. Basti il dire che la maggior parte delle funzioni del carnefice è sulle donne che assassinano, rubano e si abbandonano ad ogni sorta di delitto.


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Diario Militare
di Pietro Verri
pagine 82

   





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