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      Ascolto parlare italiano, osservo l'uniforme, ecco il famoso reggimento. Cerco della tenda del signor colonnello Ferretti, mi viene indicata, ed io mi presento dicendo, se era permesso al conte Verri d'inchinarsi al signor colonnello. - Oh, signor capitano, rispose egli, è giunto ben tardi, cosa ha avuto a Vienna, è stato forse ammalato? - Sanissimo sempre, risposi, forse è accaduto qualche fatto d'armi del quale non si è saputa la nuova? - Ma lei, soggiunse, doveva venir prima. - Il signor colonnello, diss'io, sta bene? me ne rallegro. - Poi mi interrogò il colonnello se avessi meco la mia tenda. - La tenda! risposi, ed a qual uso? - Bisogna, soggiunse egli, averla se non vuol dormire a ciel sereno. - Oh per questo poi frattanto vi rimedierò e dormirò in qualche alloggio di contadino. - Questo non si può, non lo permetterò mai. - Ma, signor colonnello, vuol ella ch'io stia alla pioggia a dormire? - Suo danno, si cerchi una tenda! - E perché non potrei frattanto stare in qualche casuccia da villano? - Io le dico di no, che non lo voglio. - Ma lei, signor colonnello è meno cortese del signor maresciallo... - a questo nome restò come attonito. - E come, replicò, ha ella parlato al signor maresciallo? - Sicuramente, soggiunsi, e crede il signor colonnello che vorrei venire all'armata senza prima presentarmi a chi comanda e a lei e a me? - Ed il signor maresciallo, disse il colonnello, le ha permesso d'alloggiare in una casa? - Signor sì, in una casa. - Dunque ella è al quartier generale?


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Diario Militare
di Pietro Verri
pagine 82

   





Ferretti Verri Vienna