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      Vi dirò però, che dell'inquietudine mia interna nessuno né meno i miei domestici se ne sono accorti, anzi non ho mai detto pazzie tanto buffone [come] in quella notte, effetto naturale per distrarre me stesso. All'albeggiare del giorno monto a cavallo col mio palafreniere e vado dal signor maresciallo. Fui dei primi, un'aiutante generale s'alzava allora dalla paglia nell'anticamera, chiesi ove andavamo, nessuno lo sapeva. Cessai d'interrogare a ciò che nessuno sospettasse inquietudine in me. Poco dopo giunge il generale principe di Montacoremi. Cerca da me ove si marciava! compare il maresciallo, si dice messa, si legge l'orazione per la fortuna delle nostre armi, si discende, il maresciallo monta a cavallo e tutti noi di seguito. Il maresciallo aveva avanti da sé quattro aiutanti generali e due aiutanti d'ala, poi subito dopo la sua persona eravi un trombetta poi un ussero di suo servizio, poi una moltitudine di volontarii. Il duca di Braganza, il principe Luigi di Vittemberg, un figlio del conte Kaunitz, un Lobkovitz, e una folla d'altri generali. Io povero capitano, naturalmente venivo in seguito con altri Dii minorum gentium. Nessuno sapeva ove si andasse, per il che non chiesi altro; la polve era enorme alzata da tanto calpestio; nelle marce bisogna stare attenti che i tanti cavalli, che guidano a mano i palafrenieri, non vi favoriscano un calcio. Si marciò fin verso mezzogiorno. Ebbi pena ad informarmi che il nuovo campo ove giungemmo fosse Lichtenau. Tutti quanti girammo avanti e indietro nel nuovo campo senza ch'io abbia potuto formarmi un embrione d'idea come eravamo accampati.


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Diario Militare
di Pietro Verri
pagine 82

   





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