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      - M'avvedo bene, diss'egli, che lei è un ufficiale che non sa il suo dovere, perché non s'é presentato a me che sono il maggiore del reggimento. - A tale improvvisata mi montò il sangue alla testa. Non avevo mai veduto colui, secco secco gli risposi che non sapevo cosa si volesse dire, che non dipendevo che dal signor maresciallo, e che né conoscevo lui, né mi curavo di conoscerlo. Origo mi prese pel braccio, mi trascinò in disparte dicendomi che col superiore si ha sempre torto, che per amicizia m'avvisava di dissimulare e non cercarmi un affare; che le leggi militari condannano nella testa chi sfida un suo superiore, ecc. Non dissi altro, ma sottrattomi subito da Origo, cercai il maggiore, che frattanto stava sulla piazza contrattando delle erbe, gli lasciai fare il contratto, poi me gli accostai senza testimoni, e gli dissi che non avrei sofferto d'essere maltrattato da lui, e che s'egli aveva piacere d'intendersela con me, ero pronto. Colle sue erbe in mano voleva provarmi che un capitano è obbligato a questo e a quello; non volli sentir altro, e gli dissi che ogni volta che mi voleva, io stavo di quartiere al tal sito, ove ora sono. Gli voltai le spalle e fu finita. Oggi ho veduto il maggiore stesso venire alla volta del mio alloggio. Sopra di me dimora uno che fa spade, ivi egli è salito, al suo discendere mi affacciai alla porta affinché mi passasse davanti e mi vedesse, ha cavato il cappello, e pare affare finito. Ma che razza di bestie! Questo maggiore si chiama Brady, è un irlandese che si ubriaca tutte le mattine, ed ha già avuto un processo per altre brutalità. Perdinci, al reggimento non vi tornerei per tutto l'oro, nemmeno se m'avessero a far generale dopo un solo anno di pazienza.


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Diario Militare
di Pietro Verri
pagine 82

   





Origo Brady