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      In fine, vi dirò che la virtù di questa gente ha sparsa tanta opinione, che, sebbene le armate nostre e dei nostri nemici siano spesse volte girate intorno a loro, alcuno non ha mai osato violare il loro tranquillo e rispettabile asilo. Sino a che le istituzioni son vicine alla loro origine, e non siano molto dilatate, quando abbino una base di vera virtù, abbelliscono la natura umana, e la fanno esistere bella e senza vizi. Non vi ho parlato di carceri, sgherri, di pene di questa giovane repubblica che non le conosce, né ha idea che di scacciare dalla sua società un cattivo membro, se mai col tempo alcuno se ne trovasse. Per ora sono stanco, e vi abbraccio.
     
     
     
      Host in Sassonia, 8 ottobre, 1795.
     
      Dai fogli pubblici avrete osservato che il secreto del nostro piano di campagna era di vincere col sangue dei nostri alleati e risparmiarci; in fatti i Moscoviti, credendo alle nostre finte, si son bravamente battuti; noi dovevamo cader sopra al re, uno o due giorni dopo la rotta, approfittare dello sconcerto della sua armata, e non abbiamo mai fatto niente da vero. Mentre stavamo avanzando, ritirando il quartiere, un errore del generale De-Ville ci ha obbligati a correre per salvare Dresda. De-Ville comandava un corpo staccato di diecimila uomini, fu collocato per riparare Dresda dalle invasioni che potevano farsi dalla Slesia. Si appostò senza alcuna precauzione. Un sergente non collocherà trenta uomini, senza porre prima uno o due in sentinella avanzata verso il nemico, almeno per avvisarlo quando possa essere attaccato.


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Diario Militare
di Pietro Verri
pagine 82

   





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