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      L'imperatore non ne avrebbe di più se fosse qui in persona. La subordinazione lo rende superiore a tutti, e si vedono i principi reali fargli i rapporti col cappello in mano, mentre egli sta coperto. La guerra ritorna gli uomini allo stato di natura, il più forte comanda, chi ha bisogno cerca la benevolenza; questi due principi, dei quali il paese è in preda alla guerra, senza tributi, senza sudditi, senza armata, sono costretti a vedere sotto i loro occhi depredate le loro contrade, e inutilmente compiangere la sventura de' suoi. Vi dirò un aneddoto. A Dresda mi fu mostrata la porta dell'archivio, sulla quale la regina in persona voleva opporsi all'ufficiale prussiano incaricato di estrarre alcune carte originali, ma inutilmente adoperò l'incanto della maestà regia, perché l'ufficiale aveva troppi precisi ordini, e il re Federico vuole esattezza. L'aneddoto è questo. Il ministro imperiale a Berlino era, come sapete, il generale conte Puebla, al quale dalla nostra Corte era stato assegnato per secretario di delegazione il Veingarten. Puebla non era tranquillo sulla fedeltà di questo secretario, infatti costui tradì la Corte, e svelò al Gabinetto prussiano il trattato che era sul tappeto fra la Moscovia e il re di Prussia e noi per la Slesia. Questo filo bastò perché i ministri prussiani a Pietroburgo, a Vienna e a Dresda fossero avvisati di scoprirne l'oggetto. Il ministro prussiano a Dresda aveva un abilissimo secretario, questi fece lega con un secretario di Gabinetto di Sassonia, onestissimo, fedelissimo, ma per sua sventura dato al giuoco ed alle donne.


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Diario Militare
di Pietro Verri
pagine 82

   





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