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      Io deploro il povero secretario sassone, disonorato ed in preda ai rimorsi. S'egli fosse stato un uomo perverso, non avrebbe né rossore, né rimprovero al suo cuore; era buono e virtuoso, e perciò è più miserabile, e degno di compassione.
      Il maresciallo è sempre dello stesso umore, quando si è presso di lui non si parla mai di guerra. Son sempre ben trattato alla sua tavola e m'indirizza qualche parola. Nei calori dell'estate scorsa alcune volte al dopo pranzo usciva a capo nudo e pelato, senza parrucca o berretta, con un giubboncino di tela bianca slacciato il collo, e sedeva circondato da vari dei primi signori e generali che stavano in piedi. Veniva il maresciallo a prendere una gran tazza enorme di sorbetto di limoni senza che ne venisse offerto a nessuno, e godendo delle ciarle che si facevano si rinfrescava, mentre io mi sentivo un'impetuosissima voglia d'avere un sorbetto. Ma come trovare ghiaccio in un miserabile villaggio. Dopo il sorbetto beveva una caraffina di tockay. Il costume non è cortese, poteva prendere da solo nella sua stanza quella delizia, senza farla invidiare a tanti galantuomini. Ma la società austriaca non riflette delicatamente, né fa economia di sensazioni disgustose agli altri. Il mio Lloyd è il mio mentore, la mia consolazione, più lo conosco e più lo stimo ed amo, egli ha dell'amicizia per me; mi son distaccato da alcune mignatte di capitani che avevano amicizia col mio cioccolatte e col mio cuoco, per disfarmene ho dovuto chiaramente dir loro che se n'andassero perché volevo pranzar da solo.


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Diario Militare
di Pietro Verri
pagine 82

   





Lloyd