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      La mia gente cominciava a dubitare ci fosse accaduta qualche cosa di peggio. Sapete qual sentimento aveva il mio bravo Giuseppe? osservò che mi ero dimenticato l'orologio appeso al letto, e si consolò che non l'avessi portato via. Vi sono delle anime che non si rendono mai sensibili per qualunque beneficio loro si faccia. Dunque, come vi dissi, la mattina siam presi in moto, il resto della giornata lo passo a mio modo. Buon pranzo. Abbiamo un eccellente pasticciere, squisiti vini di Sciampagna, Borgogna, ecc. Il mio padrone di casa serve una buona tavola. Dopo pranzo andiamo dal libraio Valter, che ha un gran negozio e stamperia, compro, leggo e porto quello che voglio al mio quartiere. La sera dopo una passeggiata per la città, ritorno a casa. In Dresda non v'è nessun nobile; son tutti rifugiati chi in Polonia, chi altrove, non vi si trovano che cittadine ed artigiani; vi posso dire una verità che non è esagerata, ed è che le donne che son rimaste a Dresda, e son molte, son tutte al comando di chi offra loro uno zecchino. Il libertinaggio è così facile che non costa un momento di pensiero, e per questo mi pare che se ne diminuisca lo stimolo. In tutte le case di queste cittadine siete ammesso, se lo volete. Il solito cerimoniale è che vi si prepara una caraffa d'ottimo vino del Reno ed il caffè; questo è il costume del paese. Le donne sono vestite elegantemente, e belle assai; la lingua tedesca è dolce nella loro bocca, non hanno l'asprezza dell'accento austriaco. Portano in capo un elegante berrettino contornato di zibellini, formato a punta, che si porta in mezzo alla fronte e gira come una corona scherzata sul capo; il berrettino è di raso celeste, o rubino, o di altro colore, riccamente guarnito d'oro, e termina in una punta ricca di frange d'oro, che cade fra l'orecchio e la guancia.


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Diario Militare
di Pietro Verri
pagine 82

   





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