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      Sapete allora il rimedio? Si bastona; forzato va e fa sforzi, e spesse volte cade morto per terra, e nelle marce ne' giorni caldi qualche mezza dozzina ne restano sempre. Se al momento v'è chi cavi sangue, rinvengono, passato il primo momento sono veramente morti. E questa vi pare una società piacevole! Io ho ascoltato chi fortemente si lagnava del maresciallo, perché suole comandare con buona maniera, diceva: - Che modo è questo per un maresciallo di dire, mi faccia il piacere di far questo! Un vero maresciallo dirà... - e parlava il linguaggio da ubbriaco. Oh quanto è detestabile la natura umana fra questo rifiuto della società, che unisce tutto il ferino d'un popolo selvaggio colla falsità e bassezza d'un popolo corrotto. Ho veduto far le adulazioni più vili e sfacciate verso coloro che si volevano render propizi. Ma da tutto quello che vi scrivo, conviene fare eccezioni d'alcuni pochi, i quali sentono, e pensano precisamente come faccio io. Ma voi vedete che nessuno parlerà o scriverà con quella schiettezza che io uso per più motivi; giacché sempre disconviene mostrarsi malcontento del proprio stato; ciò s'attribuirebbe a mancanza di coraggio, se nelle città un militare dicesse quel che sente del suo mestiere, sarebbe anche il mezzo di farsi detestare dai compagni, svelando le interne magagne del nostro eroismo. Credete voi che, almeno qui a Dresda, li ufficiali sappiano viver bene? essi dividono la loro giornata fra il faraone, il bordello ed il vino, o la birra. Stanno nei caffè, fumano come orsi, s'annoiano, e questa è la loro vita, usando pochissima società l'uno con l'altro.


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Diario Militare
di Pietro Verri
pagine 82

   





Dresda