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      Per rendermi ancora più graziosa la mia partenza, lascia il mio amico Lloyd, capitano. Vi dirò come ciò sia seguìto. Giorni sono una mattina si alza e mi dice: - Amico, oggi decido, o sarò capitano o vado dai miei Spagnuoli. - Diamine, rispondo io, questa è strana, il viaggio da qui in Spagna in questa stagione non è un passeggio, e l'esser fatto capitano dopo pochi mesi di servizio, mentre vi sono tenenti che servono da anni, è cosa che vuol essere difficile. - Vi ho pensato, mi risponde, a rivederci. - E se ne va. Di lì a due ore ritorna, m'abbraccia, e dice: - Addio, camerata. - Come! siete capitano! - Lo sono. - Ditemi, come va questa faccenda? - Mi sono recato, disse egli, dal mio bascià a tre code (cioè Lascy), gli ho detto che mio malgrado doveva fargli una preghiera, cioè d'ascoltare pazientemente il mio caso. Ho ricevuto dalla Spagna cento zecchini, ed è l'ultimo bene che mi resta al mondo. La primavera quando venni all'armata avevo altri cento zecchini che dovetti spendere oltre il mio soldo di tenente, in questa campagna, se continuo così l'anno venturo, resto senza un soldo e senza mezzi per mantenermi. Se con questa somma ora parto per la Spagna, ne ho abbastanza per ritornarvi, ed ivi non mi mancherà il mio posto in Barcellona col quale vivevo. Vede adunque vostra Eccellenza che io non potrei più avere l'onore di servire sotto ai suoi ordini se non nel caso che sia promosso a capitano, la paga mi basterebbe. Vostra Eccellenza sa le mie circostanze, non le aggiungo che servo assai volentieri sotto ai suoi ordini.


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Diario Militare
di Pietro Verri
pagine 82

   





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