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      La musica singolarmente è un'arte, nella quale il compositore dà occasione a chi l'ascolta di associarsi al suo travaglio per ottenere l'effetto della illusione. Una bella pittura, una sublime poesia faranno qualche senso anche in chi non ne abbia gusto, o passione; ma una bella musica resterà sempre un rumore insignificante per chi non abbia orecchio a ciò fatto, e positivo entusiasmo, per la ragione già detta che la musica lascia fare la più gran parte alla immaginazione di chi l'ascolta. Perciò la medesima musica piacerà a diverse persone nel tempo medesimo, in cui le sensazioni di esse saranno diversissime; uno la troverà sommamente semplice e innocente; l'altro tenera e appassionata; il terzo la troverà armoniosa e ripiena, e così dicendo; le quali diversità non accaderanno sì facilmente nel giudicare della pittura, nè della poesia; perchè, come dissi, in queste l'artista è attivo, e l'ascoltatore purchè abbia una squisita sensibilità, è quasi puramente passivo; laddove nella musica l'ascoltatore deve coagire sopra sè stesso e dalle diverse disposizioni del di lui animo accade che ora in un modo, ora nell'altro agisca, e sieno così diverse le sensazioni prodotte dal medesimo oggetto occasionale.
      La pittura parimente non occuperà l'animo ilare e giocondo di un uomo in un momento felice; ma per poco ch'egli sia rattristato da qualche passione, o dolore innominato l'uomo si presterà alla di lei azione, e da quella l'animo di lui resterà più o meno occupato. Le anime appassionate saranno più sensibili ai quadri, i quali sveglino sentimenti.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308