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      I dolori innominati adunque possono essere o fisici, o morali; sono soltanto alcune affezioni dolorose sordamente, le quali fanno un male essere in noi, senza che la riflessione nostra ne abbia analizzata e riconosciuta esattamente la cagione.
     
     
     
      §. IX.
      Applicazione del principio alle belle arti.
     
      Se il fine delle belle arti si č quello di cagionar piacere, e allettarci con esso a ben accoglier l'utile, dalla teoria esatta del piacere ben conosciuta dovrebbero dedursi come corollarie conseguenze i principj primordiali delle belle arti istesse. Non č tanto difficile all'artista di colpire e sorprendere al bel principio, quanto assai pił č difficile il conservarsi attento lo spettatore e con una serie di piaceri sempre gradatamente crescenti, sebbene interrotti, impegnarne l'attenzione per qualche tempo costante. Le prime arcate clamorose d'una grande orchestra; il primo periodo d'un oratore che con enfasi declami; il primo affacciarsi d'un quadro grande e colorito vivacemente; la prima scena di una rappresentazion teatrale ottengono facilmente il fine di aver lo spettatore attento e occupato d'un primo piacere, quale si č la sorpresa, da cui nasce l'istantanea cessazione dei dolori innominati e la distrazione da sč medesimo. La grand'arte consiste a sapere con tanta destrezza distribuire allo spettatore delle piccole sensazioni dolorose a fargliele rapidamente cessare, e tenerlo sempre animato con una speranza di aggradevoli sensazioni, in guisa tale ch'egli prosegua ad essere occupato degli oggetti proposti, e terminatane l'azione, richiamandosi poi la serie delle sensazioni avute, ne veda una schiera di piacevoli, e sia contento di averle provate.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicitą; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308