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      A tal proposito io osservo che sarebbe intollerabile una musica, se non vi fossero opportunamente collocate e sparse delle dissonanze, le quali cagionano una sensazione disgradevole, e in qualche modo dolorosa; così nella poesia dei versi aspri distribuiti sapientemente a tratto a tratto cagionano una sensazione disgustosa, e rapidamente la fanno cessare armoniosi e sonori versi. Così nella pittura alcune ombre più crude, alcuni tratti di pennello studiatamente strapazzati sono un oggetto spiacevole a vedersi, ma ci fanno gustare la delicatezza, la luce, il colorito, e il finimento del restante. Le belle donne amano più di comparire di notte, anzi che colla luce del giorno; di giorno il gran corpo della luce parte da un canto solo, tutte le prominenze del volto, tutte le cavità ricevono un'ombra, la quale rende marcati i tratti. Una sala di ballo signorilmente illuminata in vece, riceve la luce da tutte le parti in un colpo stesso; tutta la figura è uniformemente rischiarata, e quasi sembra lucente. Forse l'arte dello scrivere piacevolmente non consiste che in ciò che reciprocamente non tanto i suoni delle voci, ma le immagini ancora si alternino disgustose, poi aggradevoli e gentili.
      Un sèguito d'idee tutte geometricamente ordinate, e con simmetria disposte forma un libro eccellente per insegnare una scienza; ma un'opera piacevole elegantemente scritta fa ritrovare le grazie, e i vezzi frammezzo a un leggiadro disordine. L'abile artista in ogni genere debb'essere come il voluttuoso giardiniero d'Aristippo.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308

   





Aristippo