Pagina (66/308)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Essi non hanno quelle clamorose estasi, colle quali cercano di accreditarsi gli empirici della virtù; il loro animo più in calma pacatamente, e per una felice abitudine li porta a bene e virtuosamente vivere. Costoro sebbene per costruzione loro abbiano il cuore meno appassionato di quello degli entusiasti; con tutto ciò non sono esenti dalla febbre delle passioni. Non sempre la placida ragione lascia viva alla mente loro questa verità, che gli uomini cattivi meritano più compassione che odio; la bassezza, la ingiustizia fanno nascere nel loro cuore lo sdegno talvolta, come le belle azioni amore e benevolenza. Questi ultimi sono gli uomini più simili a loro stessi nelle loro azioni. I loro discorsi sono della tempra de' loro fatti; i loro scritti hanno la tinta istessa della lor vita, e de' loro sentimenti; essi non cercano di ridurre gli uomini attoniti e sbigottiti con gigantesche idee, ma illuminati, e resi migliori da un raggio puro e sereno di verità. Essi nella scelta delle sensazioni generalmente s'accostano più di tutti all'esattezza del calcolo, portano i loro sguardi sulle maggiori relazioni possibili, e lo inoltrano al tempo più rimoto.
      Queste tre classi sono come i tre tuoni principali del diverso modo di sentire degli uomini; ma ogni uomo, comunemente parlando, è un misto e partecipa di più d'una classe. I primi sono meno di tutti capaci di piaceri, e di dolori morali, perchè, come si disse, dipendendo questi interamente dall'appoggiarsi che fa la mente sul passato e sull'avvenire, e dal paragone che facciamo fra il modo col quale esistiamo, e quello al quale prevediamo di dover giugnere, un tal modo di sentire suppone memoria, e previdenza; e dove gli oggetti si vedano abitualmente larvati e mal definiti, non v'è luogo a questo scagliamento dell'animo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308