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      I persiani oggigiorno s'assomigliano più ai loro antenati del tempo d'Ezechiello, di quello che noi abbiamo di somiglianza co' nostri avi dello scorso secolo sì nelle usanze e fogge di vestire, alloggiare, e cibarci, quanto nella serie istessa delle nostre idee. La poesia, l'eloquenza, le favole, i romanzi, i racconti esageratamente prodigiosi, nascono per lo più ne' climi caldi e molli, e ne' paesi spontaneamente fecondi, perchè sono questi i prodotti di una vita priva di cure e sedentaria: le matematiche sublimi, la erudizione laboriosa, la esatta critica, la giudiziosa e paziente osservazione delle cose fisiche e intellettuali, sono effetti d'un moto contenzioso del nostro ingegno, il quale non affronta le difficoltà, nè regge a superarle, se non viene incessantemente punto dal dolore, e perciò la loro sede trovasi ne' climi più ingrati; e se talvolta ne spunta un raggio in più felice clima, ciò sarà come una banana o un annanas, colto in Europa per artificiali e separate cagioni domestiche, non mai dipendenti dalla influenza generale e comune.
      Due pensatori del primo ordine hanno stabiliti opposti sistemi sull'indole delle nazioni; l'uno deriva tutto dal clima, l'altro deriva tutto dalla legislazione: il primo fa emanare tutto immediatamente dalla fisica; il secondo tutto dalle istituzioni morali. Bramo che gli uomini, che hanno parte al destino dei popoli, tengano la seconda opinione, poichè l'altra mi sembra tanto perniciosa nella politica, quanto nella privata morale la fatalità. Io però credo che il dolore è il principio motore dell'uomo; questo nasce e dal clima in cui l'uomo respira, e dalla forma con cui è governato; bensì è vero che più ferma e durevole ed uniforme di ogni altra è l'azione meccanica del clima, e i dolori da esso cagionati l'uomo li tollera e li ripara senza sdegno e ribellione, perchè inevitabili e senza insulto; ma non perciò una parte sensibile può ricusarsi agl'istituti sociali, i quali se del cavallo e del cane possono formare due esseri per la guerra, la caccia, e i tornei, quantunque non giungano a formarli tutti di eguale coraggio e docilità (il che dovrebbesi fare se l'educazione facesse il tutto), così degli uomini possono formarne o buoni, o malvagi, o industriosi, o scioperati a misura della sapiente, o inconsiderata o capricciosa creazione delle leggi.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308

   





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