Pagina (92/308)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma nessuno di questi privilegiatissimi piaceri può gustare l'uomo diuturnamente abituato ad ambire ed ammassare le ricchezze, perchè, siccome dissi, il desiderio non è mai sazio, e l'ammasso non è compiuto giammai; quindi non può l'uomo che per uno sconsigliatissimo partito abbandonarsi al desiderio delle ricchezze. Tutti adunque gl'infelici i quali soffrono l'angustia di bramare i tesori e di accumularli, e ne sopportano le lunghissime cure, le umilianti mortificazioni, il sacrificio frequente della loro probità, sono infelici appunto perchè non ragionano abbastanza, perchè non vedono esattamente bene gli oggetti ai quai corrono dietro, e se la ragione venisse esercitata nell'esame importantissimo di noi medesimi, sarebbero tolti dalla lunga lista degl'infelici tutt'i molti che vi sono per avidità di ricchezze. Che cerchi tu mai di ottenere col tuo ammasso! Forse i piaceri fisici! Questi sono destinati per l'uomo amabile; l'amore comprato è la cosa la più insipida e umiliante di tutte. Forse la stima degli uomini comprandoti delle condecorazioni! Gli uomini irritati per questo appunto saranno noti i tuoi piccoli principj, e il ridicolo si intreccerà co' fasci de' tuoi Littori. L'uomo condecorato per nascita e per merito ti spreggerà se sarai cinto colla stessa fascia d'onore da lui acquistata co' servigi renduti allo Stato e da te a contante. Il vero interesse nostro ben conosciuto ci reca il disinganno sulla chimerica felicità delle grandi ricchezze, ed ecco svelto un gran ramo de' nostri desiderj i più difficili a giammai pareggiare col potere, perchè grandeggiano sempre più progredendo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308

   





Littori Stato