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      L'uomo che seppe essere uomo dapprincipio e che nella prima età si abituò a dubitare prima di decidere ed esaminare prima di scegliere, non farà mai tale abuso de' suoi beni da prepararsi col tempo gli smaniosi desiderj di riaverli. Ami tu il denaro? custodiscilo con sapienza. Cerchi tu forse colla profusione, colla pompa, e col fasto di rendere attoniti gli uomini, e farti credere più che non sei possente e magnanimo? L'illusione accecherà te solo, alcuni pochi saggi e buoni ti compassioneranno, i più ti dileggeranno, le tue facoltà sono note, non sperare che i creditori sieno pittagoricamente taciturni, la Città conosce che il tuo fasto non è durevole, la tua grandezza ti guida ad usurpare l'altrui, a mancare di fede se ti abbandoni alla profusione. Avrai alcuni scaltri parasiti, come edera tenace ti avviticchieranno, ficcheranno le radici nel tronco e alimentandosi coll'umore di quello ti crederai fiancheggiato. Sgombreranno al primo bisogno; gli amici non si comprano, le anime capaci di profittare della rovina altrui non lo sono d'amicizia: questo sacro e nobile sentimento del cuore è disinteressato, nasce dalla virtù, dalla uniformità del genio, e dai beneficj fatti per iscelta e non per fasto, e nati da una espansione di cuore anzi che dalla spensieratezza. Tale è il linguaggio della ragione la quale evidentemente ci dice se tu spendi quest'oggi più che non ti fruttano i tuoi beni ogni giorno, o devi avere fatto risparmio ne' giorni passati, ovvero risparmierai nell'avvenire.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308

   





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