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      Allora fiancheggiati dalla stima dei popolari costringiamo gli stessi ottimati a celare la loro rivalità e soccombere al numero. Che se immediatamente cerchi il suffragio de' tuoi pari tu desideri una opinione instabilissima per natura, la quale quand'anche si ottenga porta sempre seco la maggiore probabilità pel cambiamento. Chiunque non avendo un animo comune si propone di acquistare i suffragi de' suoi pari deve per lo più disporsi ad un intero e lungo sacrifizio col modellare ogni parola, ed ogni atto esterno sulle opinioni, e su i pregiudizj di essi per modo che rinunziando quasi alla esistenza propria deve addossarsene una fattizia, e ciò per tentare l'acquisto di una chimera pronta a scomparirgli davanti al minimo soffio contrario. L'assurdità di questo contratto è tanto evidente che io non so che alcun uomo non volgare lo abbia mai fatto. Convien dunque cercare la stima generale non mai al nostro livello, ma o più alto, o più basso; perchè coloro che son posti a sedere più alto di noi, egualmente che i molti che corrono nel piano più basso, non sono in rivalità di virtù e di merito, e ci giudicano senza passione almeno, se non senza errore. Quindi l'ambizioso della stima pubblica diminuirà o cancellerà dal suo cuore il desiderio di quella de' suoi pari, ed ascoltando la ragione non mai bastantemente adoperata sull'importantissimo affare della felicità nostra, coltiverà quella sola porzione di desiderj che sia pareggiabile col potere. Io ho detto che l'ambizione della stima è compagna della virtù, non già perchè sempre l'uomo virtuoso sia mosso da desiderio di acquistarsi la stima, ma perchè questo desiderio sarebbe una contraddizione se si supponesse in un animo capace di commettere azioni ingiuste, dure, o crudeli, azioni distruggitrici della stima pubblica, ed ho appoggiato anzi alla virtù che alla superiorità dei lumi l'acquisto della stima, perchè questi ci sforzano ad ammirare ed a confessarci inferiori, ma non ad avere quella rispettosa benevolenza e fiducia, che porta con se il sentimento di stima.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308