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      Finalmente l'ambizione degli onori è la terza classe la quale nè esclude, nè suppone le virtù del cuore, e l'energìa dell'animo. Questa classe di ambiziosi è più numerosa incomparabilmente delle altre due. Alcune volte l'uomo di merito, e che vive lontano dalla ricerca degli onori, si trova amareggiato dalla insolenza, e dal fasto d'uno, che è distinto nella società per una carica o per un titolo; questi amari frizzi si moltiplicano, vede che il merito disarmato è oppresso dal vanaglorioso, si determina e si scaglia impetuosamente sulla carriera per acquistarne e pareggiarsi agli altri, e sottrarsi alla ingiustizia; e prova allo stolido che la distanza posta dalla fortuna fra un uomo e l'altro non è sempre uno spazio insuperabile. Questi ambisce gli onori per sottrarsi all'insultante fasto altrui non perchè in se stesso gli abbia in pregio. Altri cercano gli onori come un testimonio del merito proprio: leggieri, fluttuanti, incerti fra il bene e il male la maggior parte degli uomini, vorrebbero persuadersi di valere, provano frequenti occasioni di conoscere che valgon poco, questa fatale incertezza li rattrista, sembra loro di uscirne acquistando degli onori: costoro sono uomini vani e non uomini ambiziosi; Ambizioso è colui che li cerca come un mezzo per difendersi; Vano colui che li cerca come un testimonio del proprio merito che non trova nella propria coscienza. La vanità più facilmente conduce agli onori che l'ambizione, perchè l'animo dell'uomo vano, appunto perchè più incerto di se medesimo è più versatile e pieghevole alle diverse circostanze de' tempi e de' luoghi, laddove l'animo vigoroso di chi ha ambizione è più violento più rigido e meno docile per conseguenza a prendere l'aspetto piacevole in faccia a chi è l'arbitro nella distribuzione degli onori.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308

   





Ambizioso Vano