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      Il potere ossia la robustezza del corpo nostro può accrescersi con una ragionata cura di noi medesimi lontana ugualmente e dalla superstiziosa cautela e dal cieco abbandono agli attuali capricci. Le cognizioni delle cose naturali possono molto contribuirvi almeno per non affidare la nostra vita all'arbitrio d'un ignorante medico: ma l'arte di conservare la sanità più sicura e più utile degl'incerti tentativi che fannosi per lo più per ricuperare la perduta è in mano nostra se sappiamo essere moderati consultando la ragione e la propria sperienza. Così l'uso attento della ragione può conservare ed accrescere la robustezza de' nostri muscoli, e con essa la forza dell'animo, e quindi renderci più disposti ad agire e respingere i mali non solo, ma resistere e pareggiare un numero di desiderj, giacchè anche alla gloria e ad altri beni non vi si cammina se non con passo fermo e giocondo.
      Oltre il sentimento delle proprie forze fisiche, coraggio macchinale che accresce il poter nostro, un altro sentimento è necessario all'uomo per avere una esistenza ferma ed un coraggio perfetto, e questo sentimento necessariissimo è la coscienza tranquilla. L'uomo reo che sa di aver commesse azioni vili e indegne, sebbene nella oscurità abbia tessute le insidie, sempre è angustiato dal timore che sieno svelate; un'occhiata, un gesto fortuitamente equivoci lo sgomentano, ei porta nel cuore una malattia più disgraziata di qualunque fisica imperfezione. Il disprezzo degli uomini che sa di meritare, il loro allontanamento che può aspettarsi e mille tristi pensieri abituati nel cuore d'un uomo che cammini per la strada del vizio, imprimono nel suo volto a solchi marcati la tristezza; lo sguardo inquieto e torbido, il passo circospetto e sospettoso sono tanta diminuzione del di lui potere a fronte dell'aspetto sereno, libero, e fermo dell'uomo che obbedisce alla virtù. Vero è che alcuni cattivi uomini hanno talvolta l'arte mimica di contraffare l'uomo giusto; ma qual peso il rappresentare ogni giorno tutt'altro che noi stessi!


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308