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      Così la vita dei più si risolve in una costante obbedienza agli urti degli oggetti presenti, ai quali rarissime volte la riflessione contrappone l'immagine degli oggetti lontani; onde mutandosi pel moto universale o la distanza, o l'apparenza degli oggetti, galleggiano le menti umane sopra di una instabilissimo fondo sempre fluttuanti dall'amore all'odio, dal disprezzo alla stima, con una apparente contraddizione, ma che meglio esaminata si risolve in una costante adesione al medesimo principio. Il saggio, che cerca la propria felicità, conosce che questa non può essere collocata altrove se non nel mezzo del suo cuore; si ripiega in se stesso e attentamente considera quali sieno i movimenti, le cure, i desiderj che lo agitano; d'onde traggono questi l'origine; ascende a questi primi germi delle inquietudini, e pone sulla esatta bilancia la realità o la chimera della opinione produttrice; l'attento esame accompagnato dalla dubitazione madre della sapienza gli stanno al fianco, separa le verità dalle opinioni; pone nella prima classe quelle solamente che hanno subito il cimento; e ritornando spesse volte a rimirare se stesso nella tranquillità, ed ivi richiamandosi le vestigia de' passati tumulti, divisa i mezzi onde scemare le turbolenze cagionate da' desiderj di beni chimerici, ovvero di beni non conseguibili, col passare dalla dimostrazione alla persuasione, il che si fa con atti ripetuti. Rivolgendosi poscia all'esame de' mezzi onde conseguire i beni che gli convengono, accresce il potere per rendere minore quanto è fattibile l'eccesso de' desiderj sopra di quello.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308