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      La milizia d'Europa, quel terribile stromento della potenza e della sicurezza, ancora non è vestita in modo d'aver libero e facile il moto, ed essere difesa dal nemico o dalla stagione. I Pubblicisti disputano se un uomo appartenga alla nazione, ovvero la nazione ad un uomo. I Giurisperiti hanno posta l'incertezza nelle proprietà. I Medici poco conoscendo e molto affermando, più ammazzano che non risanino. Il mondo è quasi tutto diviso in due classi, la piccola è di quelli che ne impone, la grande è di quelli che ciecamente si sottomettono; stanno confusamente amalgamati nella mente dei più il bene e il male, e il commercio di uomo a uomo comunemente si riduce alla creazione di qualche infelicità che si divide in eguali porzioni. Nel conoscere queste tristi verità l'uomo che abbia nel cuore una feroce virtù diventa Misantropo, disprezza e abbomina la propria specie; ma il vero saggio al penoso sentimento dell'odio ne sostituisce un più giusto e più umano, cioè la compassione degli errori della moltitudine.
      Come mai l'uomo che ha trovate le leggi della gravità, quelle della luce, quelle de' movimenti celesti ancora non ha trovato un codice che limiti e decida pacificamente la proprietà d'un cittadino? Io credo che la ragione stia nella natura istessa dell'uomo. Nella nostra specie vi sono alcuni pochissimi, i quali sono dotati di una forza d'ingegno e d'una costante passione per cercare la verità e la gloria, talchè essenzialmente trovansi in una classe moltissimo innalzata sul livello degli altri.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308

   





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