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      Il bisogno spinge l'uomo talvolta alla rapina, talvolta al Commercio. Perchè vi sia Commercio vi debbon'essere bisogno, e abbondanza: bisogno della merce che si cerca, abbondanza della merce che si cede in contraccambio. A misura che i bisogni crescono, cresce lo stimolo di aumentare le merci atte a cedersi in contraccambio. Siccome nelle nazioni selvagge i bisogni sono minimi; così anche l'abbondanza, ossia il superfluo sarà il minimo: essendo che la nazione selvaggia si procurerà dal proprio fondo le derrate necessarie alla vita, e sia essa pastorale; o cacciatrice, o agricola, non estenderà la sua industria al di là dell'annua consumazione.
      Quando una nazione dallo stato della vita selvaggia comincerà a scostarsi, conoscendo nuovi bisogni e nuovi comodi, allora sarà forzata ad accrescere proporzionatamente la sua industria, e moltiplicare l'annua massa de' suoi prodotti; cosicchè oltre il consumo ella ne abbia tanto di superfluo, quanto corrisponde alla straniera derrata che dovrà ricercare dai vicini. Ed ecco come a misura che si moltiplicano i bisogni d'una nazione, naturalmente tendano a crescersi l'annuo prodotto del suolo e l'industria nazionale.
      Ma come fra queste società che cominciano a conoscere i bisogni artefatti potrà farsi il conguaglio fra il valore della merce che ricevono con quella che cedono in cambio? Il valore è una parola che indica la stima che fanno gli uomini d'una cosa; ma ogni uomo avendo le sue opinioni e i suoi bisogni isolati in una società ancor rozza, sarà variabilissima la idea del valore, la quale non si rende universale se non introdotta che sia la corrispondenza fra società e società, ed incessantemente mantenuta.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308

   





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