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      Introdotta che sia l'idea del denaro in una nazione, l'idea del valore comincia a diventare più uniforme, perchè ciascuno la misura colla merce universale. I trasporti da nazione a nazione diventano assai più facili: poichè la nazione dalla quale si riceve la merce particolare non ricusa in compensa altrettante merci universali, e così in vece di due condotte difficili e incomode, una diventa di somma facilità; basta che vi sia abbondanza in una nazione, perchè la nazione bisognosa possa soddisfarsi, quand'anche la nazione abbondante non abbia attualmente un bisogno reciproco da soddisfare. Colla introduzione della merce universale si ascoltano le società, si conoscono, si comunicano vicendevolmente, dal che chiaramente si vede essere il genere umano debitore all'invenzione dei denaro più assai che forse non si è creduto, della cultura, e di quella artificiosa organizzazione di bisogni, e d'industria, per cui tanto distano le società incivilite dalle rozze ed isolate dei selvaggi. Tutte le invenzioni le più benemerite del genere umano, e che hanno sviluppato l'ingegno, e la facoltà dell'animo nostro, sono quelle che accostano l'uomo all'uomo, e facilitano la comunicazione delle idee, dei bisogni, dei sentimenti, e riducono il genere umano a massa. Tali sono la perfezione della nautica, le poste, la stampa, e prima di queste il denaro.
      Quanto più si va rendendo facile il trasporto, tanto più si estende la comunicazione, tanto più si moltiplicano le idee, tanto più si accrescono i bisogni, tanto cresce il Commercio, e parallela cresce l'Agricoltura in un Paese agricolo; essendo che l'effetto è sempre proporzionato alla cagione; l'uomo coltiva quanto domandano i suoi bisogni, e più coltiva quanto più sono estesi i bisogni, ai quali deve corrispondere coi prodotti della sua terra.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308

   





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